N° 112
FORGIATI IN ACCIAIO
1.
Due
uomini in armatura si fronteggiano in silenzio poi quello rivestito di rosso e
oro parla e la sua voce elettronicamente alterata risuona nell’aria:
<<Non avrei voluto che finisse così, Gregory..>>
<<Ma sai bene che non c’è altra scelta, Tony:>>
replica quello dall’armatura nera e oro <<Il
destino ha scelto per noi tanto tempo fa.>>
E le sue mani guantate cominciano a
brillare.
Nell’ufficio del suo comandante il
Detective di Secondo Grado Kevin “Kasper” Cole cerca di non apparire a disagio.
-Si può sapere cosa
avevi in testa, Cole? Segatura?- sbraita il Tenente Alex Kurtz -Come accidenti
ti è venuto in mente di introdurti di nascosto in casa di Nigel Blaque?-[1]
-Speravo di poter
trovare qualche prova dei suoi traffici.- replica Cole.
-Che sarebbe stata
del tutto inutile perché ottenuta illegalmente visto che tu non avevi uno
straccio di mandato. E per aggiungere al danno la beffa, Blaque ha chiamato la
Polizia per farti portare via. Sei fortunato che non ti abbia denunciato per
violazione di domicilio.-
Cole tace ma si vede benissimo che
mastica amaro mentre Kurtz prosegue:
-E adesso consegnami
pistola e distintivo.-
-Cosa?-
-Sei sospeso per una
settimana. Forse questo ti aiuterà a schiarirti le idee anche se ne dubito.-
Tenente… non può
farlo.-
-L’ho appena fatto.
Certo, puoi ricorrere contro la mia decisione ma prova ad immaginare cosa dirà
il Vice Commissario agli Affari Interni?-
Stringendo le labbra Kasper Cole
getta pistola e distintivo sulla scrivania del Tenente e si gira per andarsene
quando Kurtz parla di nuovo:
-Cole… so quali siano
i tuoi rapporti con Blaque. Cerca di non fare altre sciocchezza.-
Cole non risponde ed esce
dall’ufficio sbattendo la porta. Una ben magra soddisfazione, pensa sentendosi
addosso gli sguardi dei suoi colleghi.
Esce dal comando senza parlare con
nessuno e si dirige verso la sua auto. Prima che possa salirci una voce
echeggia alle sue spalle:
-Detective Cole?-
Lui si volta istintivamente ed in
quel momento un pugno lo raggiunge alla mascella.
Nell’ufficio del Vice Presidente
della Stark-Fujikawa, Amanda Armstrong continua il suo racconto di eventi accaduti
parecchi decenni prima in Francia;
-L’uomo uscito dalla
casa sfoggiava sull’occhio sinistro una benda da pirata e se proprio non era un
pirata, di certo era una qualche specie di avventuriero, pensai
-E lei chi è?- gli chiese
Howard Stark.
-Il mio nome è Fury,
Nick Fury, colonnello in congedo dell’Esercito degli Stati Uniti ed attualmente
agente della C.I.A.-
Bethany Cabe non riesiste a fare una
semplice domanda:
-Nick Fury? Era già
in giro a quei tempi? Ma quanti anni ha?-
-Mi sorprendi Beth.-
replica con un sorrisetto Philip Stark -Credevo che un’investigatrice in gamba
come te conoscesse il più importante segreto di Nick Fury, anche se ormai non è
più tanto segreto.-
-E tu lo sapevi
invece?-
-Io conosco molti
segreti compresa l’esistenza della Formula dell’Eternità, una specie di elisir
di lunga vita che… ma abbiamo interrotto la nostra ospite. La prego Miss
Armstrong, riprenda il suo interessante racconto.-
Amanda
Armstrong si schiarisce la voce e riprende a parlare:
2.
Dopo un attimo di smarrimento Howard Stark parla:
-Nick Fury? Mio padre mi ha parlato di lei. Gli ha salvato la vita una
volta. Ma no… non è possibile che sia lo stesso: dovrebbe essere molto più
vecchio.-
-Mi mantengo in forma ragazzo.- replicò l’uomo con la benda sull’occhio
sinistro -Ma ora seguitemi dentro. Parleremo meglio e con più calma.-
Una volta dentro fu Amanda
Armstrong alias Mandy Strong a parlare per prima:
-Chi era quella gente? Perché volevano rapirmi? Cosa c’entra mio padre?-
-Una domanda alla volta.- rispose Fury -Per rispondere alla prima: erano
sgherri di un’organizzazione criminale segreta ramificata in tutto il mondo di
cui sappiamo poco o niente a parte che è molto pericolosa. Perché volevano rapirla,
Miss Armstrong? Per usarla come mezzo di pressione per convincere suo padre,
che è presumibilmente caduto nelle loro mani, a rivelare i suoi segreti e
questo risponde anche alla sua terza domanda.-
-Mio padre? Ma è un semplice funzionario diplomatico. Che segreti può
avere?-
Fury fece una pausa ad
effetto poi rispose:
-Suo padre non è un semplice diplomatico… è uno dei nostri agenti.-
Amanda rimase senza
parole.
Berna, Svizzera, sede
principale delle Avanzate Idee Meccaniche, una delle più importanti
multinazionali nel campo dell’elettronica dove si stava svolgendo un meeting
decisamente non ortodosso.
-I nostri agenti hanno fallito nel rapire la figlia di Armstrong.- disse
uno dei presenti..
-E come è stato possibile?- chiese un altro seduto dietro una robusta
scrivania di quercia.
-C’è stata un interferenza da parte di due civili.-
Su uno schermo apparvero
due foto e l’uomo alla scrivania disse:
-Howard Anthony Stark Jr ed il suo maggiordomo Jarvis. Sapevo già che
erano in Europa. Volete dirmi che un ragazzo di vent’anni e poco più ed un
compassato maggiordomo inglese hanno avuto la meglio su due nostri esperti
agenti?-
-In realtà hanno avuto un aiuto da questa donna.- replicò uno dei due
uomini dall’altra parte della scrivania.
Sullo schermo apparve il
volto di una giovane donna di colore
-Nia Jones.- commentò -L’uomo alla scrivania -Figlia di Gabriel Jones ed
agente della CIA. Se lei è qui allora anche il maledetto Nick Fury deve essere
della partita. Avrei dovuto aspettarmelo. Ora più che mai è vitale che le
informazioni che ha carpito Adam Armstrong non cadano in mano sua-.
-Forse le ha già trasmesse.-
-No. Conosco molto bene Fury: se già sapesse che l’A.I.M. non è altro
che la facciata pubblica dell’Hydra… se sapesse della stessa esistenza
dell’Hydra… sarebbe già piombato qui con tutta la sua squadra. No: siamo ancora
in vantaggio e dobbiamo approfittarne. Scovate Fury, prendete la ragazza viva
se possibile e gli altri uccideteli.-
Nessuno fece obiezioni. Gli
ordini del Barone Strucker non si discutevano mai.
Ling
McPherson interrompe il racconto di Amanda:
-Un Momento! Come
faceva lei a sapere queste cose visto che non era certo presente a questo incontro?-
Amanda abbozzò un sorriso e rispose:
-Me lo raccontò Nick
Fury una delle ultime volte che l’ho incontrato. Credo che lui l’abbia saputo
grazie agli archivi dell’A.I.M. di cui lo S.H.I.E.L.D, era venuto in possesso
anni fa. Io posso… ehm… avere abbellito un po’ il suo resoconto.-
-Mi vuol dire che è
rimasta in contatto con Nick Fury in questi anni?- chiede Bethany Cabe.
-Beh sì. È una storia
complicata. Diciamo che dopo che sono diventata maggiorenne ho lavorato per lui
per un po’.-
Philip Stark ridacchia e commenta.
-Decisamente lei è
piena di sorprese Miss Armstrong. Il suo racconto si fa sempre più interessante
non vedo l’ora di sapere come va avanti.-
-La ringrazio, Mr.
Stark.-
-Mi chiami Philip, lo
preferisco. In fondo è quasi come se fosse mia nonna.-
-A quanto pare il tuo
tatto non è migliorato, Corvo.- interviene Beth.
-Corvo?- chiede,
perplessa Amanda.
-Storia lunga, gliene
parlerò un’altra volta.- ribatte Philip -Ora la prego, continui.-
Amanda riprende a parlare.
3.
Amanda Armstrong appariva decisamente scioccata.
-Mio padre è un agente della CIA?- esclamò chiaramente sorpresa.
-Da molti anni anche.- rispose Nick Fury -Il suo status di diplomatico
gli permetteva di viaggiare senza preoccuparsi della Dogana e se lo avessero
scoperto sarebbe stato semplicemente espulso. Ultimamente era sulle tracce di
un gruppo eversivo di cui fino a poco tempo fa non sospettavamo nemmeno
l’esistenza. Doveva incontrarsi due giorni fa con un informatore ma lui è
scomparso e l’informatore è stato trovato morto nella Senna. A questo punto ho
preso il primo aereo per la Francia ed eccomi qui.-
-Che ne sarà stato di mio padre?-
-Come le ho detto, penso che sia ancora vivo.-
Non aggiunse che
probabilmente non doveva essere in buona salute. Chiunque lo avesse preso
prigioniero doveva averlo torturato per strappargli i suoi segreti. Armstrong
doveva aver resistito o non avrebbero cercato di rapire sua figlia. Per fortuna
lui e Nia avevano anticipato le mosse dei loro ancora misteriosi nemici anche
se avevano rischiato di arrivare troppo tardi.-
-Che intenzioni avete adesso?- chiese Howard Stark.
-Per il momento tenervi tutti qui al sicuro.- rispose Fury -Quanto a me
e Nia… l’Agente Jones… cercheremo di stanare i nostri nemici in qualche modo.-
-Io avrei un’idea.- disse Howard.
-Beh… me ne parli, giovane genio.-
E fu esattamente quello
che Howard fece.
La
scarica di repulsori non prende Iron Man di sorpresa. Un campo di forza la
intercetta ma anche così il contraccolpo è sufficiente a far cadere Tony Stark
a terra.
<<E questo è solo l’inizio.>> proclama il
suo avversario mentre un cannoncino esce dal suo braccio destro, una piccola
bocca da fuoco come quelle di War Machine e Tony non dubita che sia anche più
letale.
Dalla sua piastra pettorale esce un
uniraggio alla massima intensità ma quando colpisce Iron Monger questi si
limita a barcollare appena per un istante.
<<Tutto qui quello che sai fare Tony?>> replica
<<Speravo in
qualcosa di meglio. In una sfida più interessante.>>
Mentre si rialza Iron Man ribatte:
<<Per citare John Paul Jones,[2]
non ho ancora cominciato a combattere.>>
Senza aggiungere altro spara un
doppio colpo di repulsori.
Howard Stark stava lavorando di buona lena. Era capitato per caso in
questa faccenda di spie e solo perché per una volta aveva voluto recitare la
parte del cavaliere che salva una bella fanciulla in difficoltà ma adesso
doveva ammettere con se stesso che si stava appassionando. Una sfida è pur
sempre una sfida.
-Posso sapere che stai combinando, ragazzo?- gli chiese Nick Fury.
-Sa cos’è il GPS, Colonnello?- ribatté Howard.
-Sono vecchio ma non antiquato. È un sistema satellitare per determinare
la posizione esatta di qualcosa o qualcuno.-
-Esatto. Non credo che la sorprenderà sapere che le Stark Industries
hanno collaborato al progetto e che mio padre è stato uno dei progettisti.-
-Non solo non mi sorprende ma lo sapevo già da tempo. Il tuo vecchio non
si limita a stare dietro una scrivania e dare ordini. Un atteggiamento che
approvo. Ma tutto questo discorso dove ci porta?-
-A questo.- rispose Howard mostrando il congegno su cui stava lavorando
-Un telefono portatile. Sono riuscito a scoprire a quale satellite era
agganciato e con un po’ di abilità e di fortuna credo di poter accedere alla
sua memoria e ricostruire i suoi movimenti a ritroso.-
-E scoprire il covo di quei due assassini. Non male anche se è probabile
che ormai se ne siano già andati di lì. In ogni caso, bel lavoro, ragazzo.-
-Non mi piace che mi chiami ragazzo. Può chiamarmi Howard o anche Mr.
Stark.-
Fury fece una grassa
risata e ribatté:
-Credo che ti chiamerò come mi pare, ragazzo.-
-Una cosa, Colonnello… lei era Sergente quando conobbe mio padre. È
stato più di trent’anni fa ma lei non sembra invecchiato di un giorno, come è
possibile?-
Fury tacque per qualche
secondo poi disse:
-In fondo non è un gran segreto. Durante la Seconda Guerra Mondiale fui
catturato dai nazisti ed uno dei loro scienziati mi usò come cavia per un siero
sperimentale che rallentava l’invecchiamento e che lui chiamava Formula
dell’Eternità. Beh, ha funzionato come vedi.-
-Un siero del genere varrebbe una fortuna se si riuscisse a replicarlo
analizzando il suo sangue. Io non sono un chimico ma c’è un tizio in California,
un certo Richards, che pare che sia un genio in questo ed altri campi. Forse
lui…-
-Ho già avuto a che fare con Nathaniel Richards e la sua famiglia e non
sono mai state esperienze piacevoli. Tu continua con il tuo lavoro e lascia
perdere i miei affari.-
Detto questo, Fury si
allontanò e Howard disse:
-Puoi uscire adesso Mandy.-
Amanda uscì dall’ombra e
chiese:
-Da quanto sapevi che ero qui?-
-Da abbastanza tempo. Nonostante il puzzo del sigaro di Fury il tuo
profumo è inconfondibile.-
-Se è così, allora anche Fury si sarà accorto che vi stavo ascoltando.-
-Ci puoi scommettere ma è evidente che non gli importava.-
-Pensi davvero di riuscire a trovare il luogo dove tengono prigioniero
mio padre?-
-Di sicuro ci proverò e se tutto va come dico io, ci riuscirò.-
Amanda posò la sua mano
destra su quella di Howard e lui la strinse sorridendo. Nessuno dei due si
accorse che qualcuno li stava osservando.
4.
Un altro colpo a vuoto. Iron Man sta
cominciando seriamente a pensare che non sarà tanto facile aver ragione del suo
avversario. Gregory sembra aver ereditato il genio tecnologico degli Stark e le
migliorie che ha fatto all’armatura Iron Monger l’hanno effettivamente resa
molto più efficiente. Non sarebbe stata una replica dello scontro con Obadiah
Stane di anni prima.
-Sai perché ti ho
permesso di farlo, Tony?-
La voce dj Gregory echeggia
direttamente nel suo comunicatore. Nessun altro la può udire.
-Permesso cosa?-
replica Tony.
-Liberarti, riarmarti
e potermi così sfidare, che altro?-
-Immagino che ora me
lo dirai.-
-Volevo che tu
capissi che qualunque cosa tu sappia fare io posso farla molto meglio. La tua
armatura non reggerà il confronto con la mia e tu sarai umiliato come meriti.-
-Sai una cosa,
Gregory? Ho sentito questo discorso un sacco di volte e sai come è andata a
finire?-
Un colpo sincronizzato di repulsori
ed uniraggio colpisce in pieno Iron Monger scagliandolo lontano mentre Tony
Stark termina la sua frase:
-Ho sempre vinto io!-
Amanda Armstrong era preoccupata. Lei e suo padre avevano spesso avuto dei
conflitti come accade spesso tra genitori e figli ma l’idea di saperlo
prigioniero di una cellula terrorista e che probabilmente era stato torturato
la faceva star male.
Faticava anche ad
abituarsi al fatto che suo padre fosse un agente segreto. Decisamente non
sembrava come quelli dei film.
Cosa sarebbe successo
adesso? Quell’uomo, Fury, sarebbe davvero riuscito a rintracciare suo padre
grazie a quel congegno inventato da Howard Stark? Curioso che pensasse a lui
visto che era proprio il tipo di persona da cui aveva voluto allontanarsi
quando si era unita alla band di Kurt. A proposito, dove era finito Kurt? Non
l’aveva visto tutto il giorno.
Uscì dalla sua stanza e si
avviò verso quella di Kurt. Non ci arrivò mai. La sua attenzione fu attratta da
qualcosa in fondo al corridoio, qualcosa che sembrava…
Con il cuore in gola corse
e ciò che vide le confermò i suoi peggiori timori: Kurt giaceva a terra
scomposto, il collo in una posizione innaturale.
Amanda fece per gridare ma
una mano si serrò sulla sua bocca.
Chet
Harrigan è decisamente eccitato, come ogni volta che entra in azione come Steel
Warrior del resto. Non ha paura. Si è battuto con dei supercriminali in passato
e ha vinto. La cosa lo rende orgoglioso. Non è solo l’autista del capo ormai.
Ha coronato un sogno che aveva da anni.
Rinchiuso nella sua scintillante
armatura prende finalmente il volo A quanto pare, ci sono guai alla vicina
Stark Resilient e se ci sarà qualche pericolo per la Stark Fujikawa toccherà a
lui pensarci.
Con la mente rivolta altrove Chet
non ode qualcun altro avvicinarsi volando alle sue spalle e quando se ne
accorge è ormai troppo tardi: un raggio di energia lo colpisce con violenza
facendolo precipitare al suolo.
5.
La voce di Howard Stark sussurrò all’orecchio di Amanda Armstrong:
-Calma e non gridare.-
Con cautela sollevò la
mano dalla bocca di Amanda che sempre sussurrando disse:
-Kurt… lo hanno…-
-Ucciso, sì, lo vedo ma se strilli metterai in allarme il suo assassino
facendogli capire che è stato scoperto.-
-Ma cosa è successo?-
-In qualche modo i nostri nemici hanno scoperto dove ci eravamo
nascosti, alla faccia della casa sicura. Forse tra la gente di Fury c’è quella
che chiamano una talpa, un traditore.-
-E adesso che facciamo?-
-Ci mettiamo al sicuro. Sono certo che Fury sa già in che guai siamo e
sta già dandosi da fare per risolvere la situazione.-
Howard ci credeva sul
serio o cercava solo di tranquillizzarla? Amanda non ne era sicura ma non
poteva che seguirlo.
Due
scintillanti figure in armatura volano nei cieli di Queens. Una vista abituale
per gli abitanti della zona che assistono spesso al passaggio del supereroe di
nome Iron Man ma questa volta si tratta di due donne, cosa non molto facile da
capire specie da grande distanza.
La
più anziana delle due, sia pure di pochi anni, è di origine indocinese, si
chiama Toni Ho ed è insegnante al famoso Massachusetts Institute of Technology;
la sua compagna è un’afroamericana di 15 anni di nome Riri Williams e
nonostante la sua giovane età è laureanda nella stessa università.
Con
indosso le armature da loro stesse progettate e costruite si fanno chiamare
rispettivamente Rescue e Ironheart, i soli nomi con cui le conoscono gli
avversari che si stanno avvicinando in volo.
<<Come è che si chiamano questi tipi?>>
chiede Ironheart.
<<Raiders.>> risponde Rescue <<E pare che siano molto pericolosi. Così
dice Stark.>>
<<Ma lui li ha battuti, giusto? Allora possiamo farlo anche
noi.>>
Toni Ho sorride sotto il suo elmetto
e replica:
<<Mi piace il tuo spirito, Riri.>>
<<Ironheart. Niente nomi veri quando siamo in armatura, ricordi…
Rescue?>>
<<Giusto e quindi non aspettiamo, attacchiamo!>>
Senza dire altro la giovane donna si
lancia verso le figure in avvicinamento.
Altrove un uomo di evidenti origini
orientali osserva su un multischermo ogni fase di ciò che sta accadendo.
Nessuno più di lui sa quanto sia in
gamba Tony Stark e quanto sia determinato a vincere. Sarà interessante vedere
se però riuscirà a prevalere su qualcuno che altro non è che il suo riflesso
negativo.
Sì,
sarà decisamente interessante vedere come andrà a finire e sarà divertente
vedere la reazione del vincitore quando si renderà conto di non essere altro
che una pedina del suo grande piano.
L’uomo di nome Zhang Tong sorride
mentre i dieci anelli alle sue dita brillano sinistramente.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Cosa dire su questo
episodio?
1)
Il Tenente Alex Kurtz è stato creato da
Ed Brubaker & Michael Lark su Daredevil Vol 2° #101 datato novembre 2007.
2)
Anche se pochi se lo ricordano, l’A.I.M.
in passato era una società legittima e nessuno immaginava che fosse la branca
scientifica dell’Hydra finché non lo scoprì Nick Fury molti anni dopo.
3)
Ci sarebbe da dire qualcosa anche sul
misterioso Gregory ma lo lasceremo per il prossimo episodio.
A proposito del
prossimo episodio, forse riusciremo a finire questa storia… o forse no, non vi
resta che leggerlo per scoprirlo.
Carlo